Padova, pestati perché merde e froci

Questo, per noi di Politropia, non è un caso come gli altri: Padova è ad un passo da qui, da dove operiamo, da dove viviamo. È la città dove abbiamo passato molte serate. È la città dalla quale abbiamo preso ispirazione ed è un modello al quale aspiriamo. La notizia di quest'aggressione ci fa più male delle altre. 
PADOVA. «Oltre che merde siete anche froci». 'Merde' sta per comunisti, per via dell’abbigliamento. 'Froci' sta per gay, visto che Enrico e Matteo stavano passeggiando abbracciati.
Matteo D., 27 anni e Enrico B., 31 anni, entrambi padovani, quasi stentano a credere alla situazione in cui si sono trovati nella loro città. E a due giorni di distanza il pensiero di ciò che è successo fa più male degli ematomi. Dopo essere stati in pronto soccorso (8 giorni di prognosi a testa) i due sono corsi a denunciare l’episodio negli uffici della Digos.
IL RACCONTO. «Stavamo passeggiando lungo via Matteotti per raggiungere via Giotto - raccontano - erano circa le 3 di notte. Siamo passati davanti al locale P.Bar e abbiamo visto che c’erano alcune persone sedute ai tavolini. Camminavamo abbracciati, quando abbiamo sentito ripetere per ben tre volte a voce alta la frase: “Oltre che merde siete anche froci”. A quel punto ci siamo fermati e abbiamo chiesto a quelle persone se ce l’a vevano con noi». Così è scoppiato il finimondo. «Uno di loro si è alzato e ci ha raggiunto - ricorda Matteo - dopo averci spiegato che ci considerava comunisti per il modo in cui eravamo vestiti, mi ha sferrato un pugno al viso e mi ha rotto la lente degli occhiali da vista». «Ha colpito anche me - racconta Enrico - infatti ho un dente che “dondola”. Poi mi ha colpito anche un calcio. A quel punto sono corsi lì vicino anche i suoi amici e hanno iniziato dirci di andare via, perché se restavamo lì era peggio per noi. A fatica siamo riusciti a sottrarci da quella furia, e a raggiungere finalmente via Giotto, dove ci siamo fermati a telefonare alla polizia. Purtroppo quando è arrivata la volante, al P.Bar non c’era più nessuno».
LA DENUNCIA. I due ragazzi giovedì mattina sono corsi in ospedale a farsi medicare. Gli occhiali da vista mandati in frantumi hanno causato una ferita all’occhio destro di Matteo. Ieri mattina invece hanno dovuto raccontare tutto ciò che è accaduto negli uffici della Digos. «L’aggressore aveva tra i 25 e i 27 anni, capelli corti, italianissimo. Abbiamo avuto l’impressione che fosse un ragazzo aderente ai gruppi di destra. In questura ci hanno fatto vedere alcune fotografie. Ora speriamo che le telecamere della zona abbiamo ripreso la scena e che in qualche modo si possa risalire alla sua identità».
ATTONITI. «Siamo gay e giriamo assieme ormai da tempo, ma una cosa del genere non ci è mai successa. Padova è una città aperta, quel che è successo è molto strano. È una anomalia. Di certo non ci faremo spaventare e continueremo a passeggiare abbracciati, ancora più di prima. Non abbiamo paura»

"Massimo impegno delle forze dell'ordine per scovare il responsabile di questo intollerabile atto di omofobia, severità da parte della magistratura, che non può ammettere scusanti: questa è la risposta che le istituzioni devono dare alla nuova aggressione che vede vittima due giovani omosessuali". Così il Ministro per le Pari Opportunità, Mara Carfagna, commenta l'aggressione avvenuta a Padova ai danni di una coppia di omosessuali.
"Penso, non da oggi, che la solidarietà di queste ore si debba tradurre, al più presto, nel sostegno unanime del Parlamento ad una legge che contrasti gli episodi di violenza causati da forme di discriminazione - aggiunge Carfagna -. L'omofobia non ha colore, nè è confinata soltanto ad alcune zone del Paese e può essere sconfitta soltanto con l'impegno di tutti".

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